Affrontare l’Odontofobia: cause, conseguenze e soluzioni efficaci

Affrontare l’Odontofobia: cause, conseguenze e soluzioni efficaci

L’ODONTOFOBIA

Nell’immaginario comune la poltrona odontoiatrica non può dirsi di certo la più comoda e la più piacevole da frequentare, soprattutto a causa di un inconscio collettivo ancora legato a un’immagine del dentista datata e fuori tempo che sfortunatamente ancora alberga nelle profondità del nostro pensiero, tanto da condizionare il vissuto e il comportamento di molti. E’ infatti più della metà della popolazione (circa il 64% da una ricerca Curasept) a manifestare timore per le visite dentistiche in misura maggiore che per altri esami come risonanze magnetiche o piccoli interventi chirurgici. Per qualcuno anche solo l’idea di recarsi presso uno studio dentistico può essere fonte di stress e ansia, tanto che visite e terapie vengono procrastinate proprio per evitare di provare spiacevoli emozioni. Tra i fattori che spaventano maggiormente i pazienti oltre ai fattori ambientali (come ad esempio i suoni caratteristici dello studio dentistico, gli odori ecc.) vi è la consapevolezza, o almeno la supposizione, di provare dolore, seguita dalla postura che obbliga a tenere la bocca aperta e costringe ad un’immobilità prolungata, la condizione di passività in una situazione di veglia e l’impossibilità di parlare per comunicare che si sta provando dolore. La bocca è infatti una parte del corpo intima e delicata: l’idea di esporre denti, gengive e lingua può suscitare un senso di vulnerabilità. Secondo la Bioenergetica (un metodo che combina Psicoterapia verbale c corporea), dalla bocca entrano ed escono infatti enormi quantità di energia: è da qui che emettiamo suoni e parole e comunichiamo con gli altri; è da qui che accettiamo o rifiutiamo il cibo reale o simbolico che il mondo esterno ci offre; è attraverso la bocca e i segmenti adiacenti che diamo e riceviamo piacere, esprimendo amore ed emozione. In sintesi, il cavo orale e i muscoli che lo circondano rappresentano un segmento corporeo denso di significati metaforici e simbolici che rendono quest’area bersaglio di timori e zona di dissipazione dello stress o di altre emozioni che accumuliamo più o meno consciamente. Per le suddette ragioni in alcuni casi (circa nel 15-20% della popolazione secondo l’OMS), è possibile parlare di vera e propria odontofobia, ovvero di una fobia relativa a stimoli o situazioni specifiche (in questo caso il dentista, le cure odontoiatriche e tutto ciò che ne comporta) che provoca in chi la prova una paura persistente, irragionevole e molto più intensa rispetto a quella provata dalla maggior parte delle persone nella stessa situazione. I soggetti con fobie specifiche tipicamente riconoscono quanto il loro timore sia irragionevole ed eccessivo ma al contempo sembra non possano fare a meno di evitare il più possibile la situazione o l’oggetto “spaventoso”; l’esposizione all’oggetto provoca infatti nell’individuo con fobia un’ansia che potrebbe intensificarsi fino a raggiungere il livello di un attacco di panico. Nello specifico tra i sintomi possiamo trovare: accelerazione del battito cardiaco, palpitazioni, ipertensione o calo della pressione sanguigna, sudorazione, vertigini, capogiri, svenimenti, tremori, irrequietezza, tensione muscolare, nausea, senso di soffocamento.

 

LE CAUSE

Sono diverse le causa dell’odontofobia: si ritiene che nell’80% dei casi sia però acquisita in modo esogeno, attraverso cioè esperienze negative traumatiche, vissute prevalentemente in età infantile, che possono portare allo sviluppo di grave ansia e fobia dentale da adulti o quantomeno ad una certa forma di diffidenza e riluttanza alla frequentazione dell’ambulatorio dentistico. La fobia del dentista si è infatti molto diffusa in passato a causa di manovre invasive e dolorose da parte degli odontoiatri del tempo, sicuramente meno attenti di oggi al confort del paziente e in grado di provocare spesso uno shock tale da indurre l’inconscio a sviluppare una fobia nei confronti di qualsiasi manovra intrusiva nel cavo orale. Ma l’ansia dentale può anche essere appresa, sebbene in misura minore, da esperienze vicarie, attraverso ad esempio l’esposizione alla fobia altrui, l’osservazione del comportamento di parenti, amici intimi o estranei che reagiscono negativamente agli stimoli dentali o catalizzata da un’immaginario negativo comune nella società e nei media: non è infatti da sottovalutare l’impatto degli stereotipi, secondo cui i dentisti hanno un carattere freddo e controllante (basti pensare al ritratto negativo del dentista spesso fornito dalla cinematografia) che possono avere un enorme influsso negativo sui fobici, esacerbando la loro paura. Tra le altre cause di ansia e fobia dentale possono esserci anche fattori semplici come un’incompatibilità tra paziente e professionista che mina la fiducia, aumenta la sensazione di non avere il controllo e crea un’aspettativa di disagio o dolore. Il dolore causato da un dentista percepito come invece premuroso ha molte meno probabilità di provocare traumi psicologici. Ciò evidenzia l’importanza di contatti precoci e rassicuranti con una figura professionale accogliente ed empatica come fattore chiave per ridurre al minimo insorgenza di odontofobia.

 

LE TENTATE SOLUZIONI.. DISFUNZIONALI

Per “sradicare” la paura è necessario prima di tutto individuare le tentate soluzioni disfunzionali, ovvero tutte quelle azioni che la persona mette in atto nell’intento di affrontare o risolvere il problema ma che, in realtà, lo mantengono, lo alimentano, o addirittura ne creano un altro. Osserviamo quali potrebbero contribuire al mantenimento dell’odontofobia. Di fronte alla paura, la prima tendenza naturale dell’essere umano è quella di fuggire, questo comportamento ha una natura evoluzionistica (attacco-fuga) ed è la risposta fisiologica che avviene nel nostro corpo quando si prepara agli sforzi necessari per combattere o scappare di fronte ad un pericolo. L’evitamento è quindi una strategia comportamentale messa in atto allo scopo di sottrarsi dall’esposizione a situazioni, persone, eventi temuti e può considerarsi un comportamento adattivo nella misura in cui permette di allontanarsi da una situazione di minaccia reale ma perde il suo valore funzionale quando si trasforma in una soluzione coercitiva che limita le possibilità di esplorazione, soprattutto quando il pericolo dal quale cerchiamo di difenderci non è reale, come in questo caso. Le conseguenze di questa tentata soluzione disfunzionale sono dannose sia da un punto di vista psicologico che fisico: nel primo caso infatti, sebbene l’evitamento dia l’illusione di riuscire a ridurre l’ansia, in realtà non fa che peggiorare la fobia poiché più si evita una situazione ritenuta spaventosa, più ci si convince che sia impossibile affrontare il problema, lasciando così che la paura incrementi e prenda il controllo. Nel secondo caso evitando i controlli e le cure odontoiatriche, rischiamo conseguenze importanti per la salute, poiché un comportamento di evitamento protratto, anche per anni, rischia di farci incorrere facilmente in condizioni di grave compromissione dell’igiene e della salute orale. E’ possibile affrontare la fobia anche attraverso l’ausilio di una serie di tecniche psicologiche (l’ipnosi, l’EMDR, la desensibilizzazione sistematica ecc.) che aiutino il paziente a modificare il suo percepito interno e a far fronte alle sue risorse personali per renderlo sicuro e autonomo nell’affrontare la situazione. Unitamente a questo è bene tenere a mente che è possibile uscire dal circolo vizioso della paura e dell’evitamento delle visite rivolgendosi innanzitutto a professionisti odontoiatri specializzati nel trattamento di pazienti fobici che assicurino al paziente un elevato grado di empatia sapendo creare un clima di fiducia, gentilezza ed accoglienza in grado di far sentire il paziente compreso ed al sicuro e soprattutto non giudicato.

Contributo realizzato dalla Dott.ssa Cecilia Marchese Psicologa Clinica e di Comunità, Counselor Strategica, Specializzanda in Psicoterapia Breve Strategica e Specialista in Ipnosi Eriksoniana, Sessuologia Clinica e Dipendenze Riceva a Roma presso ISP – Istituto per lo Studio delle Psicoterapie e online.

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